“Ci sono punti in comune“. Così Matteo Salvini, leader della Lega, smentisce Roberto Maroni.
Giornata intensa sul fronte politico. Le telefonate di Di Maio agli altri leader per trovare un accordo sui nomi adatti alla presidenza delle Camere hanno innescato un primo movimento post elettorale. In particolar modo sul fronte Lega, apparso disunito al proprio interno. Se Roberto Maroni su Rai Tre ha dichiarato impossibile un governo Lega-M5s, il leader del Carroccio, Matteo Salvini, si è quest’oggi lasciato andare a una clamorosa apertura.
Queste le parole del numero uno della Lega a ‘Domenica Live’, su Canale 5: “Qui seduto come premier? Non ci manca molto, ci siamo quasi. I Cinque stelle? Stando alle parole, la legge Fornero è una cosa che anche loro vorrebbero cambiare, c’è un rapporto con l’Europa da cambiare, c’è una riforma della scuola da cambiare“.
Lega, Matteo Salvini: “Ma sul reddito di cittadinanza non sono d’accordo“
Se alcuni punti in comune nei programmi sembrerebbero esserci, su altri le divergenze sono evidenti. Salvini ha difatti chiuso a ogni ipotesi di reddito di cittadinanza: “C’è una visione diversa sul lavoro. Loro vogliono dare 700-800 euro a chi sta a casa. Io non sono d’accordo, se uno è in difficoltà posso dare un prestito per aiutare a trovare lavoro, ma altrimenti quelli che lavorano che sono: più stupidi degli altri? Vediamo, passiamo dalle parole ai fatti. Voglio capire, anche sulla Lega hanno detto tante cose, che siamo razzisti“.
Salvini e la presidenza delle Camere
Tutti argomenti che non sono stati toccati nella telefonata di oggi: “Con Di Maio non abbiamo parlato di governo, c’è da far partire l’attività di Camera e Senato. Un’alleanza tra M5s e Pd? Mi sembra strano che vada al governo chi è stato sonoramente bocciato dagli italiani. Se io vado all’opposizione perché si inventano altri giochini, ne risponderanno agli italiani“.